Eugenia Tamburri è la pianista di Scordato

Musicista raffinata con la passione e l’attitudine per l’arte, Eugenia Tamburri è la pianista di Scordato, il film di e con Rocco Papaleo (nelle sale dal 13 aprile 2023) che segna l’esordio anche di un’inedita Giorgia nei panni di una fisioterapista. Un incontro nato sotto una buona stella, nonostante una mail finita nello spam e un ruolo scritto per un uomo.

Eugenia, cela sotto un aspetto delicato, la forza di una donna che con determinazione persegue i suoi obiettivi. Lavora in teatro con diversi attori e registi del panorama italiano come pianista di scena, ha “prestato” le mani in moltissimi film e serie Tv, è uno dei volti della pubblicità di Paolo Genovese con Totti Dieci al Lotto, ha girato corti e lungometraggi, speaker radiofonica in qualità di autrice e conduttrice ha collaborato a Radio Vaticana, parla tre lingue, laureata in pianoforte, in Discipline Musicali e in Mediologia dell’arte e dello spettacolo (Facoltà di Lettere e Filosofia). Oggi si racconta per Donne in Gamba svelandoci un po' di back stage del film, che è stata un’avventura, un viaggio per lei davvero significativo.

Come sei stata scelta per il cast di Scordato?

Cercavano un pianista e la prima mail, andò persa nello spam e cestinata per errore, ma il destino, quando decide che debba andare diversamente, la strada la trova e fui richiamata. Andai al primo provino anche se il maestro Saponara del film, avrebbe dovuto essere un uomo. Papaleo ha voluto comunque vedermi, dicendomi che, dal momento che ero una donna, avrei dovuto convincerli che il ruolo fosse mio. Richiamata ancora, per provare la scena girata con lui, al terzo call back mi ha dato la parte, convinto dal fatto che potevo suonare e recitare senza essere doppiata.

 

Che esperienza è stata?

Sono grata a Rocco perché, da subito, mi ha fatta sentire accolta. Mi ha incoraggiata aggiungendo che anche lui, aveva cominciato a trentanove anni. Anche per Giorgia era il primo film e nonostante sia una grande artista abituata ai palcoscenici, era molto preoccupata. Papaleo ci ha portato a casa sua a Lauria, in Basilicata nella casa natale insieme all’esordiente Simone Corbisiero che lo impersona da giovane. Due giorni di full immersion, che è stato di grande aiuto permettendoci di trovare la giusta accordatura tra di noi e con il film. La sera ci portava a cena come una vera famiglia, riuscendo a farci “respirare” l’atmosfera giusta. Ho potuto sperimentare, non solo la sua professionalità, ma anche quanto sia attento ai particolari, alle sfumature e soprattutto alle persone che lavorano con lui.

 

Scordato, è autobiografico e Rocco Papaleo in qualche modo attraverso le vicende del protagonista, Orlando, racconta con una vena poetica e malinconica, il suo ritorno in Basilicata, la sua terra natia. Un viaggio nel ritrovare sé stessi, quelli che eravamo e “accordarci” col passato.

Io sono molisana e comprendo fortemente le motivazioni di questo film scritto e interpretato da lui

nel ruolo di un accordatore, dove il ritorno a casa è in qualche modo l’accordatura del proprio passato con il presente. Ho amato da subito, questo viaggio, nei ricordi che vede Orlando, bambino, ragazzo dialogare con l’uomo che è diventato. Un film delicato e sì, malinconico, ma con la solita sottile ironia che Papaleo sa mettere anche in riflessioni così importanti e profonde.

Cosa ti sei portata a casa?

L’incontro con Rocco è stato un dono, un bagaglio esperienziale che porterò con me, per sempre. Mi sono davvero trovata molto bene, assolutamente messa a mio agio… e chissà magari, potrà aprire a nuove collaborazioni. Anche lui, ha lasciato la Basilicata, ma oggi è tornato a vivere a Lauria. Questo mi ha fatto riflettere sul perché abbia lasciato anch’io la mia terra, il Molise, alle vere ragioni e alle radici, che prima o poi ti riportano a casa.

 

Ti reputi una Donna in Gamba?

Potenzialmente sì, ma mi metto continuamente in discussione, come credo sia giusto fare. Vorrei che fossero gli altri a dire di me questo. Io tendo a sentirmi sempre incompleta, costantemente tesa a migliorare. L’insegnamento di papà, che purtroppo ho perso, è ancora oggi, il mio credo. Lui continua ad illuminare il mio cammino, indicandomi la via. Spero vivamente, di poter continuare a “crescere”, per diventare davvero, la donna in gamba, di cui lui sarebbe fiero.

 

Che bambina sei stata?

Una bambina ribelle, più sicura di quanto non lo sia ora. Dotata di una buona dose di incoscienza ed egocentrismo, che negli anni ho limato, forse anche troppo.

 

L’essere donna e di bell’aspetto ha condizionato la tua carriera? Ti è stato chiesto di scendere a compromessi?

Come donna non ho mai voluto scendere a compromessi, ma a vent’anni, avrei potuto sfruttare il fatto che ero carina; la mia educazione e la mia natura, non me lo hanno mai permesso. Sono felice di aver fatto tutto con le mie forze, ho studiato tanto, ho faticato ma sono sempre stata in grado di fare la mia strada. Anche se riconosco che in questo mondo, purtroppo, gli uomini sono quelli che ricoprono i posti più importanti e la parità è ancora davvero lontana dalla realtà.

Quali sono i tuoi progetti?

Mi piacerebbe continuare ad insegnare al Conservatorio, per poter regalare il possibile ai ragazzi quello, che ha dato a me. Inoltre, vorrei poter lavorare ancora nell’ambito cinematografico e attoriale come pianista vera sul set, coniugando musica e recitazione che sono la mia passione da sempre.

 

Nel salutarci e ringraziarvi per avermi dato la possibilità di raccontarmi, vi invito ad andare a vedere il film, che è un ripensarsi, aprendo anche quelle porte del passato che abbiamo lasciato chiuse. Riaccordarsi col proprio passato, anche con quello che abbiamo messo da parte. Ognuno ha la sua accordatura e deve trovarla guardandosi dentro. È importante non dimenticare i bambini che siamo stati e ai lettori di Donneingamba, voglio dire che la vita spesso è toccata dalla grazia e l’esistenza, se vista con gli occhi dei bambini, forse diventa più autentica. Eugenia Tamburri