"Non potrei vivere senza musica": intervista a FRIDA

Cari lettori eccoci tornati con un’altra intervista. Questa volta DONNEINGAMBA ha conosciuto una donna semplice, “la ragazza della porta accanto”, una donna molto onesta con se stessa, una donna che ha saputo riconoscere fin da bambina le sue emozioni, le sue insicurezze e le sue paure. Raccogliendo tutte queste emozioni sulla carta, ha dato voce alla sua profonda sensibilità e con il tempo l’ha condivisa con gli altri. È riuscita a trasformare quelli che molti definirebbero, ingiustamente, punti di debolezza, in arte.

Con questa intervista vi presentiamo Frida.

Chi è Frida? Quali sono le tue passioni? Se ti dovessi descrivere con tre aggettivi quali sarebbero?

Frida è una ragazza semplicissima che ama passare le giornate fra taccuini, strumenti musicali, libri,serie tv e vino rosso. Se mi dovessi descrivere con tre aggettivi, utilizzerei sicuramente: malinconica,sognante ed emotiva.

 

Parlaci dei tuoi primi passi nel mondo della musica. Quali sono state le maggiori difficoltà e come le hai superate?

Quando ho cominciato ad addentrarmi in questo mondo avevo all’incirca 15 anni. Tante paure, insicurezze, perplessità, dubbi. Alcuni ancora sono rimasti, altri sono svaniti con il passare degli anni, con l’esperienza live sui palchi, con l’aver preso coscienza delle mie potenzialità. Se vuoi fare la cantante per mestiere, o quantomeno provarci, devi essere pronta a mostrarti, in qualunque momento.

Come definiresti il tuo rapporto con la musica?

Simbiotico. Non potrei vivere senza. Ogni momento della mia giornata è scandito da essa.

 

Hai mai avuto il “terrore da palcoscenico”? (se sì come lo hai superato?)

Sono sempre stata una bambina/ragazzina estremamente timida. Mi sono sin da subito messa alla prova con provini, concorsi. Avevo il terrore del palcoscenico, gli occhi sempre puntati per terra, quasi come se il pubblico o i giudici non esistessero. Ogni santa volta stavo malissimo, prima di una qualunque esibizione ma quando poi salivo sul palco e cominciavo a cantare, magicamente tutto scompariva. La musica ha un potere terapeutico unico e immenso. E’ grazie a lei se sono ancora qui, pronta a metterci anima e cuore quando salgo su di un palco.

 

Spesso gli artisti parlano di “fiducia in se stessi”, pensi che la fede e la passione aprano le porte giuste?

Non so se la fede e la passione possano realmente aprire le porte giuste ma sono sicuramente le giuste basi per affrontare qualsiasi cosa nella vita.

Domanda difficile: pianoforte o chitarra?

No, scusatemi ma proprio non ce la faccio a scegliere uno di questi strumenti. Io stessa, scelgo uno o l’altro, in base all’umore o stato d’animo che provo in quel preciso istante.

 

Qual è il genere musicale in cui ti riconosci di più?

Io nasco come cantante pop/soul. Pian piano però mi sono avvicinata al genere indie.

 

Chi è l’artista che ti ha ispirato maggiormente? Hai una citazione emblematica?

Ce ne sarebbero due in realtà. Una è la pittrice Frida Kahlo che ha ispirato il mio nome d’arte. Un personaggio che ammiro per la sua inclinazione ad essere una donna indipendente, caparbia e rivoluzionaria. E’ riuscita a trasformare quelle che erano le sue sofferenze, fisiche e amorose, in arte. Una sua frase che amo è: “Ero solita pensare di essere la persona più strana del mondo ma poi ho pensato, ci sono così tante persone nel mondo, ci dev’essere qualcuna proprio come me, che si sente bizzarra e difettosa nello stesso modo in cui mi sento io. Vorrei immaginarla, e immaginare che lei debba essere là fuori e che anche lei stia pensando a me. Beh, spero che, se tu sei lì fuori e dovessi leggere ciò, tu sappia che sì, è vero, sono qui e sono strana proprio come te.” L’altra invece è Amy Winehouse, di cui amo in particolare questa citazione: “La musica è l’unica terapia che ho a disposizione per trasformare i miei fallimenti in vittoria.” Entrambe sono state e sono tutt’ora due muse ispiratrici (pensate, ho anche tatuato i loro volti a metà, sul mio braccio). E’ un po’ quello che è accaduto anche a me. Ho cercato di trasformare in parole e musica, tutte le cicatrici del passato.

 

 

Puoi dire di aver ascoltato una canzone che ti ha cambiato la vita?

Blunotte di Carmen Consoli. La prima volta che l’ho sentita mi ha fatto riflettere molto. E’ il ritratto di come mi sono sentita troppe volte. Da quel momento in poi, tutte le volte che l’ascolto, mi ricordo chi non voglio più essere.

 

Come nasce FELPE LARGHE?

Felpe larghe, così come il resto delle mie canzoni, nasce da un’esigenza personale. E’ un voler mettere fuori una serie di emozioni positive e negative di una storia d’amore, che cominciavano a starmi un po’ strette.

 

Descrivi FELPE LARGHE in tre parole.

Due in una. (Due persone in un’unica felpa larga, larghissima)

Progetti per il futuro? Ci sono nuovi singoli o brani in arrivo ?

Continuare a scrivere brani sicuramente. E magari farli ascoltare finalmente in giro live, dato che come ben sapete, il lockdown ha bloccato tutto. E’ in previsione un’uscita sì, credo inizio anno prossimo. Un brano a cui tengo molto. Il primo scritto e prodotto.

Un saluto e un forte abbraccio a tutti i lettori di Donneingamba. Abbiate cura di voi! FRIDA

 

                                                              Intervista curata da Mirela Rujan