CLAUDIO LIPPI, un artista poliedrico

 

CARE AMICHE E AMICI DI DONNEINGAMBA REGALATEVI IL TEMPO DI QUESTA INTERVISTA! CLAUDIO LIPPI SI E’ RACCONTATO A NOI CON QUELLA SPLENDIDA IRONIA CHE LO RENDE UN ARTISTA FUORI DAL CORO E DEL TUTTO SPECIALE. CON IL CANTO NEL CUORE E UN PROFONDO RISPETTO PER L’ARTE, CLAUDIO HA SAPUTO ENTRARE NELLE NOSTRE CASE E GUADAGNARSI UN POSTO NEL NOSTRO PALINSESTO QUOTIDIANO CON PROGRAMMI SEMPRE NUOVI. ANCHE A TELECAMERE SPENTE HA SAPUTO TRASMETTERCI LA SUA ENERGIA E IL SUO AMORE PER LA VITA. COSA STATE ASPETTANDO? VOLATE CON NOI SULLA SCIA DELLA SUA LUNGA CARRIERA…

 

 

  • CLAUDIO, CHE RICORDO HAI DEGLI ESORDI DELLA TUA LUNGA CARRIERA?

 

Sono passati 55 anni dagli esordi della mia carriera. Era il 1964 quindi dovete perdonare la presenza di un po' di nebbiolina nella custodia dei ricordi. La sensazione che è rimasta è l'occasionalità nell'essere riuscito a fare ciò che sognavo da ragazzino e cioè cantare. Il canto resterà sempre il mio primo amore; un amore che ogni volta che posso porto con me sul palco. L'occasione è arrivata per un inconveniente accaduto a mio padre che è stato frodato da un amico, dopo l’apertura di una società. Ci siamo ritrovati dalla sera alla mattina in una situazione di difficoltà economica e nonostante i miei genitori preferissero che continuassi gli studi e mi laureassi, mi hanno permesso di firmare il primo contratto discografico. Nel contesto discografico dell'epoca, molto diverso da quello attuale, forse più semplice, le cose sono andate piuttosto bene e sono riuscito nel corso degli anni a far fronte ai debiti causati da quella situazione. I miei genitori mi hanno cresciuto in modo molto sereno e da una situazione negativa ne è scaturita una positiva. Mi sembrava doveroso onorare la figura del mio babbo, che in quanto toscano per me è "babbo", perché gli esordi della mia carriera sono legati a lui.

 

 

  • CANTANTE, ATTORE, CONDUTTORE, DOPPIATORE. SEI UN’ARTISTA COMPLETO E POLIEDRICO MA QUALE RUOLO TI HA APPAGATO MAGGIORMENTE E HAI SENTITO DAVVERO TUO?

 

Il ruolo che mi ha appagato di più sul piano emotivo è sicuramente la musica. Vivere le emozioni e la commozione delle persone che partecipano agli eventi in cui canto, rimane il momento per me più significativo. In un periodo storico in cui c'è molta solitudine, nonostante la presenza dei social network, amo molto gli eventi in piazza, luogo in cui si riuniscono ancora le persone e in cui mi posso mettere a disposizione della gente. La maggior parte del mio repertorio è di Modugno, artista che ho avuto la fortuna di avere vicino e con cui ho lavorato. Lui e Corrado sono i miei miti, i miei maestri, i miei punti di riferimento. Mi hanno accompagnato nel mio percorso e mi hanno permesso di scoprire parti profonde di me.

 

  • LA MUSICA SEMBRA ESSERE UNA COSTANTE NELLA TUA AFFERMATA CARRIERA ARTISTICA. NEL 2012 È USCITO SU iTUNES L’ALBUM “VOLARE È MERAVIGLIOSO”, UN OMAGGIO A DOMENICO MODUGNO. COSA HA RAPPRESENTATO PER TE?

 

Modugno è da sempre un punto di riferimento per me ma lo è diventato anche per artisti più giovani, come ad esempio i Negramaro. Ogni volta che canto le canzoni di Modugno, in particolare "Meraviglioso", mi commuovo. Provo sempre imbarazzo nel dover parlare di me ma il canto rappresenta la mia parte più intima e più emotiva. La vera differenza nella musica è rappresentata da tutte le emozioni che riesci a veicolare in essa. Ricordo che quando uscì "Volare è meraviglioso" restò per una settimana in cima alle classifiche degli album più scaricati su iTunes.

 

 

  • QUALE SHOW” IN PRIMA SERATA SU RAI1, PRIMA COME GIUDICE E POI COME CONCORRENTE. QUALE RUOLO TI HA MAGGIORMENTE DIVERTITO?

 

Nelle tre edizioni a cui ho partecipato come giudice mi sono divertito anche se mi pesava molto dover esprimere giudizi su dei colleghi. Dietro al programma c'è un lavoro molto importante anche a livello di trucco e preparazione. I tempi sono molto stretti ed è difficile talvolta adattarsi a un personaggio. Da concorrente è stato molto faticoso anche a livello fisico e poi odio il trucco. L'età anagrafica conta ma sono riuscito a superare la fatica grazie alla straordinaria organizzazione che c'è in RAI, alle mie forze e al modo in cui mi sono misurato con me stesso. Anche se sono arrivato ultimo è stata una vittoria personale provare a superare i miei limiti per puro divertimento. Bisogna saper perdere: imparare a perdere è come vincere.

 

  • AL MOMENTO SEI IMPEGNATO NELLA CO-CONDUZIONE DELLA PROVA DEL CUOCO INSIEME CON ELISA ISOARDI. CHE RAPPORTO HAI CON LA CUCINA?

 

Mi piace la cultura del cibo e mi piacerebbe che in Italia ci fosse maggiore informazione sul piano alimentare, anche sfruttando le ricchezze che offrono il nostro territorio e la sana dieta Mediterranea. Il mio rapporto con il cibo è migliorato soprattutto grazie a mia moglie che mi ha aiutato a perdere quasi 18 kg. Anche io ero "cascato" nel disordine alimentare ma ho destinato i cibi come pizza e dolci ai momenti di festa e non alla routine, rendendoli l’eccezione. Succede come nella vita quando hai tutto ma ti sembra che manchi sempre qualcosa e non hai quindi più niente da chiedere. Ho imparato ad apprezzare le piccole cose e a continuare a sognare per avere traguardi da raggiungere. Dopo i miei bypass considero la vita come una vittoria al Superenalotto...non che rinuncerei a una vincita al Superenalotto....ma mi sento comunque molto fortunato.

 

 

  • TI AVEVAMO GIA’ VISTO IMPEGNATO AI FORNELLI DELLA PROVA DEL CUOCO NEL 2010. COSA È CAMBIATO DA ALLORA? COME VIVI OGGI QUESTO PROGRAMMA? CI RACCONTI QUALCHE ANEDDOTO DI QUELLO CHE SUCCEDE “DIETRO ALLE QUINTE”?

 

La prova del cuoco nel 2020 compie vent’anni. Insegnare a cucinare i piatti rimane la forza e il cuore della trasmissione. Sono sempre presenti cuochi professionisti che propongono le ricette. La cucina è protagonista. Ho accettato di buon grado il ruolo di battitore libero, avevo già lavorato con Elisa e si era creata sintonia. Dietro alle quinte c'è una bella famiglia. C'è ancora quel clima di "pacche sulle spalle" e confidenze tra lo staff come si faceva una volta, quando durante le pause si facevano le "salamate" (le merende con vino e salame). Mi godo la bella atmosfera di tutti i giorni e sono tra i primi ad arrivare perché mi piace il mio lavoro. È un ambiente molto bello.

 


 

  • CLAUDIO, GRAZIE PER ESSERTI RACCONTATO A DONNEINGAMBA!

 

Grazie a voi!