8 Marzo, non solo una data

Tutti sanno che l’8 marzo è la giornata internazionale della DONNA, ma pochi sanno perché è stata scelta proprio questa data.

 

Molti raccontano la tragedia avvenuta agli inizi del 1900 in una fabbrica americana. Secondo questa storia il padrone della fabbrica avrebbe rinchiuso le sue operaie nei locali di lavoro per impedire loro di partecipare ad uno sciopero. Un guasto tecnico fece mandare a fuoco l’intero edificio e più di un centinaio di donne rimasero intrappolate dentro, perdendo così la vita per colpa di un uomo che decise di impedire alle donne di mettere in atto un loro legittimo diritto: scioperare.

Sembrerebbe però che questa storia non sia del tutto veritiera, ma solo una rielaborazione di una notizia del 1911 in cui si parlava dell’incendio di una fabbrica tessile americana, dove morirono 146 persone fra cui molte donne.

Altri sostengono che questa data è stata scelta per la prima volta il 3 maggio 1908 da Corinne Brown. Corinne era una socialista americana, impegnata a combattere lo sfruttamento delle donne nelle fabbriche e affaccendata nella lotta del suffragio universale(diritto di voto esteso anche alle donne). Fece un discorso relativo a questi temi nella conferenza del Partito socialista a Chicago, conferenza che prese il nome di Woman’s Day, per l’appunto, e da quel giorno, in molti paesi, le forze politiche di sinistra organizzarono diverse manifestazioni per la rivendicazione dei diritti delle donne. Queste celebrazioni si svolsero regolarmente fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando furono interrotte, ma si riaccesero con nuovo fervore l’8 Marzo 1917, data storica che segnò l’inizio della Rivoluzione Russa di Febbraio e la fine del zarismo.

Nella Seconda Conferenza Internazionale delle donne Comuniste di Mosca, del 14 Giugno 1921, si scelse una data unica per la celebrazione dei diritti delle donne: l’8 marzo divenne così la Giornata Internazionale dell’Operaia, che in Italia fu festeggiata per la prima volta solo nel 1922, l’anno dopo la nascita del Partito Comunista Italiano. Proprio a Roma, nel 1946, la mimosa divenne il fiore simbolo di questa celebrazione, perché la mimosa era una delle poche piante fiorite all’inizio di marzo, in più era economica e facilmente reperibile.

Non importa se queste due versioni sono veritiere o meno, non importa se una potrebbe essere mito e l’altra potrebbe essere verità. A nessuna donna importa di ricevere un mazzo di mimose una volta ogni anno, che detto sinceramente, a molte le mimose nemmeno piacciono. In realtà niente di tutto questo importa, perché la donna non va onorata e rispettata solo in data 8 marzo di ogni anno. Purtroppo c’è stata bisogno di una data per ricordare al mondo che le donne hanno lo stesso valore e gli stessi diritti degli uomini…

Per tutte le violenze consumate su di lei,
per tutte le 
umiliazioni che ha subito,
per il suo corpo che avete 
sfruttato,
per la sua 
intelligenza che avete calpestato,
per l’ignoranza in cui l’avete lasciata,
per la libertà che le avete negato,
per la 
bocca che le avete tappato,
per le sue ali che avete tarpato,
per tutto questo:
in piedi, signori, davanti ad una 
Donna!”
WILLIAM SHAKESPEARE

William Shakespeare (1564-1616), il più illustre drammaturgo della storia occidentale, parlava cosi della donna e ne parlava parecchi secoli fa. Forse perché da sempre la donna ha cercato di ESSERE , di esistere in un mondo in cui non le era dovuto niente, in cui non poteva avere aspirazioni, sogni, desideri di nessun genere, ambizioni, aspettative,…

La storia parla di donne che lottarono per la loro dignità, per i diritti, per la libertà. Tutti ricordano le suffragette, a cui dobbiamo il nostro diritto di voto. Tutti hanno sentito parlare di Rita Levi Montalcini, che a discapito del suo “essere donna” riuscì ad entrare alla facoltà di medicina e a diventare una scienziata tanto “strabiliante” da ricevere il premio Nobel; Indira Gandhi che riuscì a cambiare per sempre l’India; Virginia Wolf che rivoluzionò il femminismo del suo tempo; Marie Curie definita da molti come l’eroina della scienza, e come loro si potrebbero fare innumerevoli nomi di donne straordinarie che negli anni divennero un esempio e una rivalsa del genere femminile. Un esempio recentissimo è dato dalla politica americana Kamala Harris diventata dal 20 gennaio 2021 la prima vicepresidente donna degli Stati Uniti d’America.

Purtroppo però essere donne in una società patriarcale non è facile, bisogna sgomitare un po' di più, essere doppiamente brave e preparate. Molte donne, fortunatamente, ce l’hanno fatta ma hanno dovuto da sempre fare i conti con la società che cercava di ridimensionare le loro capacità e di negare il loro valore. I numeri di donne vittime di violenza, femminicidio, maltrattamenti, diffamazione e ingiustizie sono spaventosi. Persino nel XXI secolo la disparità tra uomo e donna è abissale. Con l’arrivo della pandemia, siamo stati costretti tutti a stare in casa, ma per molte “casa” non è sinonimo di sicurezza: secondo l’ISTAT sono il 71,7% in più le chiamate effettuate al numero di emergenza 1522, nel periodo marzo-ottobre 2020, rispetto all’anno precedente. Siamo passati da 13424 chiamate del 2019 alle 23071 del 2020. I media parlano di un femminicidio a settimana dall’inizio del 2021. Per non andare a spolverare le ormai vecchie e radicate usanze di molestie sul posto di lavoro, del linguaggio sessista che si riscontra in ogni dove: dai media, alla televisione, ai giornali.

Care donne la prossima volta che vi sentirete oltraggiate, offese, derise, sminuite in quanto donne ricordate che valete molto più di quello che vi vogliono far credere e che potete essere tutto ciò che volete: madri e/o donne in carriera, attrici, cantanti, direttrici, poltiche e persino presidentesse. Ricordatevi del vostro talento, delle vostre capacità, delle vostre vittorie, del vostro valore ogni giorno della vostra vita e soprattutto sbattetelo in faccia al mondo intero.

Per finire Donneingamba vi augura Buona festa della donna a tutte!

                                                                                                                                              Mirela Rujan