Dimmi che pasta mangi e ti dirò chi sei: gli gnocchi

Che carattere hanno le persone che mangiano gli gnocchi? Ce lo spiega in questo post Patrizio Avella.

Sulle cime de la Tenca, per le fate è un bel danzar. Un tappeto di smeraldo sotto al cielo il monte par. Nel mattin perlato e freddo delle stelle al muto albor, snelle vengono le fate su moventi nubi d’or.” cantava Giosuè Carducci l’artista friulano nel suo poema “In Carnia”.

 

Nella categoria della pasta fatta a mano che conosciamo oggi con il nome di Gnocchi, dalla Baltica all’Italia, questa forma di pasta ha attraversato numerosi confini senza compromettersi con le barriere geografiche o geopolitiche. Numerosi paesi dell’Europa dell’Est e a poco a poco anche quelli della Mediterranea l’hanno adottato, ma chiamato ognuno con una parola diversa e a modo suo: knödel, knedle, knepfle, kopytka, halusky perché assomigliava a uno noce, malloreddus, quenelle, noquis ecc... fino a gnocchi. L'ultimo nome viene effettivamente da Venezia nel 1864: lo gnocco, in dialetto veneziano una forma di nodo nel tessuto è una parola che deriva anche lei da un’altra parola dialettale veneziana, il nocchio, un altro nodo però presente nel legno. Questa forma di pasta rotonda e morbida, fabbricata con le mani con farina di semola dura, uova e patate lesse, poi fatta con le righe di una forchetta, era in quell’epoca cotta in un brodo molto grasso. Se versen in la suppéra, l’è mej daggh savo’r con formàgg in abondanza e ch’el sia bon.

 

 

 

Le persone che amano mangiare come pasta gli gnocchi hanno bisogno nella vita moderna di un momento di pace e tenerezza, che qualcuno li prenda tra le braccia per coccolarli un istante con tanto sugo e formaggio sopra la pasta che troveranno morbida e gustosa come una carezza all’anima. Così le persone che mangiano gli gnocchi possono combattere lo stress in giornata se sono sicuri di ritrovare questo momento la sera come un riposo mentale del guerriero. Gli adolescenti adorano gli gnocchi fritti in padella con la crosta dura sopra. È il loro modo di contestare la tenerezza materna, per mostrarsi duri e insensibili, loro che al loro interno sono ancora così teneri e fragili. Come sempre il buongustaio sceglierà a modo suo come cucinare gli gnocchi… ma l’abbinamento diventerebbe un’altra consulenza!

 

Potrete ritrovare nel nuovo libro “La Grande Abbuffata” scritto da Gordiano Lupi e Patrice Avella altre informazioni sugli gnocchi. Appuntamento alla Fiera del libro di Firenze dal 28 al 30 settembre 2018.