Questione di Stile: capitolo 8

PH FREEBESTUDIO
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Finalmente è uscito il capitolo8 del nostro fotoromanzo. Grandi novità! Cosa sarà successo?

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Scritto da Marinella Ferrero.

 

 

Nastrificio P.Bonicatti: via Torino, 275 S.Mauro T.se (To) - Tel. 011 8221575

 

L’Angolo della Copia: C.so San Maurizio, 22/c Torino - Tel.011 8391085

 

Via Verdi, 33/i Torino - Tel. 011 8600206

 

Bleuforêt: Via Pomba, 9/D Torino – Tel. 011 8129310

 

L’Accademia del Panino: Via Sant’Ottavio, 27/A Torino – Tel. 011 9694708

 

Sono passati alcuni mesi dall’ultima gita in presidenza e dalla mia ultima punizione.

Oggi invece con l’autorizzazione della preside e l’approvazione di quasi tutta la scuola, cammino con il cuore leggero senza l’ansia di aver fatto qualcosa di cui dovermi pentire una volta arrivata a casa. In realtà qualcosa ho combinato.

Sto andando a definire gli ultimi dettagli di un progetto bellissimo che ho ideato un po’ per vendicarmi di Ludovica e di tutte le persone che come lei mi hanno sempre fatta sentire inadeguata e un po’ perché, dopo aver boicottato lo spettacolo di fine anno, ho avuto una grande idea.

 

 

Una sorta di riscatto morale per tutti questi anni di liceo che in alcuni momenti mi sono sembrati una stradina impervia di montagna (e per montagna intendo minimo l’Everest) da percorrere a piedi, in salita e con un enorme zaino sulle spalle.

 

I giorni dopo la separazione dei miei genitori non sono stati affatto facili. È stato un momento triste ma io e Stefania abbiamo trovato il modo per affrontare insieme questo cambiamento.

 

 

 

 

Abbiamo imparato che le famiglie biologiche non te le puoi scegliere, che capire gli adulti non è facile e che bisogna inventarsi una normalità nuova. Perché poi in fondo normalità rispetto a cosa?

 

La normalità è un concetto relativo (e qui il prof di filosofia sarebbe di nuovo molto fiero di me).

 

Siamo abituati alla normalità che ci viene imposta dalla società che ci circonda, ma ci si può voler bene anche stando lontani, anche non vivendo nella stessa casa e anche quando non ci si capisce fino in fondo.

 

I miei genitori sembrano più sereni. Papà porta spesso me e Stefania a pranzo fuori durante il weekend. Mi sembra che stia facendo uno sforzo enorme per parlare con noi.

 

 

Di solito è sempre stato un tipo molto taciturno e in certi momenti sentirlo parlare per più di dieci minuti di seguito è una novità. Mi sembra di vederlo con occhi nuovi e scoprirlo un po’ per volta nella sua umanità. Mamma invece ha pianto molto, credendo che noi non ce ne saremmo accorte

 

 

ma ha sempre sorriso e continuato ad arrabbiarsi per i guai che combino a scuola…le ho spiegato più volte che continuo a farlo per lasciarle almeno una certezza….lei continua a mettermi in punizione. Loro non litigano più, stanno imparando a discutere in modo molto equilibrato. A volte sembrano capirsi ma noi non vogliamo illuderci che le cose possano tornare come prima. Se continuano così a noi sta bene.

 

 

Stefania e Marco sono sempre insieme. Secondo me stavano programmando di andare a convivere e di sposarsi perché li ho sentiti confabulare spesso ma credo che Stefania abbia voluto rimandare anche questo cambiamento, e secondo me ha fatto bene. Sono troppo giovani! Stanno sempre appiccicati non si annoieranno prima o poi?!

 

Si guardano sempre con occhi sognanti e continuano a telefonarsi almeno quattro volte al giorno.

 

 

 

Non ho ben capito cosa avranno mai da raccontarsi. Stefania mi sembra più adulta che mai. Mi è stata molto vicino e insieme continuiamo ad essere un’ottima squadra. Lei sempre responsabile; io irresponsabile ma molto divertente a parer suo. Ci compensiamo.

Io, Azzurra , Martina e Pier abbiamo boicottato lo spettacolo di fine anno.

 

 

Il nostro piano diabolico che nasceva da una mia idea di vendetta nei confronti di Ludovica non si è rivelato affatto male.

 

Azzurra, che conosce tutta la scuola e forse mezza città, conosceva un fotografo che poteva darci una mano. Così abbiamo creato un gruppo chiuso su Facebook per invitare più gente possibile e abbiamo organizzato uno shooting fotografico per realizzare un calendario.

 

Siamo partiti dal vestito che Pier ha rubato a Ludovica ma poi glielo abbiamo restituito.

 

Su ogni mese c’erano più foto e ognuno poteva vestirsi come voleva, mettere abiti eleganti ma con un accessorio particolare oppure posare facendo le linguacce.

 

 

Alla fine abbiamo fatto partecipare anche Ludovica e le sue amichette senza spiegarle quale sarebbe stato il fine ultimo di questa giornata. Loro non hanno fatto troppe domande perché quando possono mettersi in posa davanti all’obiettivo della macchina fotografica è solo un modo per apparire. Non avevano idea di far parte di un progetto più grande. È stato bello fotografare anche le loro facce stupite alla fine di tutto.

 

 

Magari da questa esperienza hanno imparato che a volte anche le fotografie pubblicate all’insaputa degli altri possono essere pericolose. Persino quelle che pubblichiamo noi stessi su una pagina Facebook possono essere fraintese dal popolo del web che è spietato e commenta senza sapere cosa può esserci dietro a uno sguardo, una posa, un sorriso.

 

I nostri genitori ci ripetono spesso che si stava meglio senza Facebook e social di vario genere. Se ripenso alla storia di Martina e al professore di filosofia,

 

 

al milione di selfie imbarazzanti di Ludovica e delle sue amiche, a tutte le cronistorie inutili di gente che parla di cosa ha mangiato a cena, tutto sommato potrebbero avere ragione. Io però non riesco a immaginare che una volta non avessero neanche i cellulari.

 

Abbiamo scioperato un giorno intero finché la preside non si è convinta ad abolire lo spettacolo di fine anno in favore di una giornata dedicata alla beneficenza e alla diversità come punto di incontro. Abbiamo venduto il calendario durante una manifestazione al parco e devoluto gli incassi. Anche la scuola ne è uscita vincente.

 

Ludovica quel giorno ha avuto una crisi isterica davanti a tutti i nostri compagni perché lo spettacolo di fine anno per lei era un modo di ribadire la sua autorità e il suo stile “standardizzato”.

 

 

Non si è presentata a scuola per alcuni giorni poi è tornata come se niente fosse successo.

 

Ludovica, Francesca e Ramona continuano a farsi i selfie in ogni momento della giornate e in qualsiasi posto si trovino ma, dopo la storia del calendario, hanno perso popolarità e finalmente non possono più permettersi di trattare male tutti. Continuano a criticare gli outfit di tutte le ragazze della scuola perché non hanno molti argomenti di conversazione ma evitano di parlarne ad alta voce.

 

 

Io e Martina abbiamo avuto la nostra piccola rivincita e ci siamo messe in gioco. Mi sono sentita finalmente parte di qualcosa di importante. Forse non mi sento più così sola. Mi piace l’idea che qualcosa possa cambiare, che anche io posso cambiare, e che in fondo anche i miei compagni di scuola vogliono più libertà senza giudizio.

 

Fingiamo sempre di essere forti e cerchiamo di apparire come non siamo. In realtà al momento è difficile sentirsi sempre a proprio agio in mezzo agli altri. A volte è più facile cercare di sembrare il più simili agli altri che imporre le proprie idee.

 

Dopo questa esperienza ho iniziato ad avere anche qualche amico in più, anche se Martina rimane sempre l’unica vera amica.

 

 

Non sono ancora riuscita a farmi dire se è innamorata del prof di filosofia. Li ho visti parlare insieme di recente e cercavo di cogliere qualche segnale.

 

 

Martina dice che il suo unico amore al momento è il pianoforte ma non ne sono così sicura. La scuola prima o poi finirà, voglio proprio vedere cosa succederà tra di loro. Anche Martina, come Stefania, sembra sempre più sicura e più adulta di me. Non mi piace che tra noi ci siano segreti ma Martina rimane un’eterna sognatrice e sono quasi sicura che al momento sia votata a una storia d’amore impossibile.

 

 

Anche Azzurra si è rivelata una buona amica. Lei mi ha dato molta sicurezza. È una ragazza in gamba e molto creativa. Mi piacerebbe essere come lei. I suoi genitori da qualche anno per le vacanze estive la mandano a studiare all’estero. Quando torna da Londra ha sempre uno stile stravagante. Non ha paura di cambiare e soprattutto non gliene importa niente di quello che pensa la gente. Ma sul serio non le importa nulla. Non è come tutte noi persone normali che fingiamo indifferenza ma sotto sotto un po’ soffriamo. Arriva sempre in ritardo come me.

 

 

Ogni tanto mi trascina in giro per la città perché le è appassionata di fotografia. Dice che la fotografia è un modo per far vedere la realtà agli altri ma con i suoi occhi. Questo implica che mentre passeggiamo, anche se stiamo parlando di massimi sistemi (cosa improbabile vista la mia continua scarsa propensione per le materie scientifiche), lei si ferma e, se non ha la macchina fotografica, usa il cellulare per fotografare qualsiasi scorcio o qualsiasi persona curiosa che incontriamo, facendomi scoprire posti o particolari che mai avrei notato. Diciamo che con lei non mi annoio mai.

 

 

Pierferdinando mi è stato molto vicino in questi mesi e le cose tra di noi vanno bene…anche perché Ludovica dopo quella brutta litigata in gita ha capito che non erano fatti l’uno per l’altra. Io e lui passiamo molto tempo insieme…ma senza esagerare. Non sono abituata ad avere un fidanzato ma lui ha capito che ho bisogno dei miei spazi.

 

 

Mamma dice che se riesco a non finire in presidenza un’altra volta per la condotta mi concederà di andare con lui al concerto dei Foo Figheters a Firenze. Non ci credo molto, so già che mi toccherà portare Martina a Milano a vedere Cremonini. Se poi va a finire che mi innamoro anche io di Cesare, mi toccherà litigare con Martina. All’ultimo concerto a cui l’ho accompagnata mi ha fatto arrivare sei ore prima perché doveva vederlo arrivare….peccato che hanno avuto la stessa idea lei e altre 600 ragazze di Torino. Il risultato è stato che ho mangiato due pacchi di patatine, letto metà libro, ascoltato tre playlist da due ore

 

 

e di Cremonini neanche l’ombra…..dovevamo forse immaginare che ci fosse un’entrata sul retro e che non sapendo quale fosse il retro, con così tante porte, sarebbe stato impossibile incontrare Cremoni?! L’ho già detto che Martina è un’eterna sognatrice, non posso farci niente se non assecondare le sue stranezze, che in fondo mi divertono molto, e rinfacciargliele per mesi.

 

Oggi sto andando a incontrare la preside in un bar in centro vicino all'università. Stranamente non sono in ritardo, non ho preso una nota e passeggio ascoltando la playlist che mi ha mandato Martina questa settimana.

 

 

La preside sostiene il mio progetto e mi ha chiesto di vederci dopo le lezioni perché vuole che la scuola partecipi attivamente. Con Azzurra, dopo il successo del calendario, abbiamo deciso di aprire un blog e vogliamo far partecipare tutti i nostri compagni che, come noi, qualche volta si sono sentiti inadeguati, diversi dagli altri o che semplicemente hanno qualcosa da dire.

Il nome del progetto l’ho scelto io: “Questione di stile”…perché ognuno di stile ha il suo ed è giusto sceglierselo senza avere mai paura di quello che pensano gli altri.