Questione di Stile: Capitolo 5 (prima parte)

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Ricomincia il nostro fotoromanzo "Questione di Stile". Cosa succederà a Giulia, Ludovica, Martina e tutti gli altri ragazzi? Scoprilo in questo capitolo!

Scritto da Marinella Ferrero

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Giulia: https://www.youtube.com/watch?v=JkfJ7- HYPERLINK "https://www.youtube.com/watch?v=JkfJ7-GS9yk" HYPERLINK "https://www.youtube.com/watch?v=JkfJ7-GS9yk" HYPERLINK "https://www.youtube.com/watch?v=JkfJ7-GS9yk"GS9yk “Completamente” – The Giornalisti

Martina: https://www.youtube.com/watch?v=TY8ULqPXErs “Charlie fa surf” – Baustelle

Giulia: quindi non ne vuoi parlare?

Martina: sei in ritardo

Giulia: non ne vuoi parlare, ho capito...e comunque sono sempre in ritardo

Martina: non ti vantare di essere sempre in ritardo, non è una buona dote

Giulia: se fossi uscita in anticipo mia madre avrebbe capito subito che non andavo a scuola. Mi sembri il prof di matematica…vuoi mettermi in punizione anche tu?!

Martina: ma dove seiiiiii????

Giulia: sono per strada e sto quasi correndo. Sembro la protagonista di un film horror che scappa guardandosi le spalle!

 

 

Martina: ahhahahah! Se è per questo io ti sto aspettando in un bar con il listino aperto come se stessi facendo un appostamento. Magari non lo sappiamo e stiamo girando la scena di un film?!

 

 

Giullia: un film che finirà malissimo se qualcuno ci vede e si accorge che non siamo a scuola. Immagino già mia madre con le sembianze di Gollum che mi sussurra “Il mio tessssoro” non appena riesce a prendermi!

Martina: se fossi arrivata saremmo già in un posto sicuro!

Giulia: certo che se non perdessi tempo a scriverti mentre cammino potrei anche essere più veloce!

Martina: sei, sei sei….non trovo le parole per descriverti!

Giulia: Arrivata!

<<Era ora!>> mi dice Martina con uno sguardo di rimprovero poco credibile mentre mette in tasca il cellulare.

<<Lo sai, tutte le persone importanti si fanno sempre aspettare>> rispondo con un sorriso furbetto.

<<Lasciamo perdere Giuli, sei una causa persa! Allora andiamo a rifugiarci al solito posto? Voglio comprare una montagna di calze, nuove, colorate e divertenti per tirarmi su di morale>>.

 

Non capita spesso che io e Marty decidiamo di saltare scuola ma quando lo facciamo andiamo a perderci nei nostri discorsi da Bleuforêt , un bellissimo negozio che vende calze, dove i commessi che ci conoscono da anni sono sempre gentili e ci fanno sentire come a casa, che tra l’altro è un luogo sicuro e lontano dagli occhi indiscreti dei nostri genitori e di qualche conoscente che potrebbe fare la spia.

 

Quando entriamo nel negozio iniziamo a guardare le calze più particolari continuando a chiacchierare, ci sediamo già pronte per le prove in camerino.

Subito Giorgio, il commesso del negozio e amico di Martina, si avvicina e le chiede con sguardo preoccupato <<Ciao Marty, tutto bene? Sembri diversa dal solito, è successo qualcosa?>>

 

<<Non dovevi fare il commesso ma lo psicologo!>> rispondo io ridendo e questa mia affermazione fa sorridere anche loro due.

 

<<Va tutto bene, non preoccuparti, solo qualche pensiero di troppo. E poi adesso che sono nel mio negozio preferito la giornata non può che migliorare>>.

<<Vi lascio al vostro shopping e alle vostre chiacchiere, se avete bisogno di me, sapete dove trovarmi>> aggiunge Giorgio allontanandosi.

<<Dai Marti, raccontami cos’è successo. Ieri mi sono preoccupata. Ci siamo sempre raccontate tutto, lo sai che di me ti puoi fidare>>.

<<Lo so, non è che non mi fidi di te. È successo tutto così in fretta e all’improvviso che neanch’io me ne sono resa conto. Ma poi in realtà non è successo proprio nulla. Non ti capita mai di pensare al futuro e di farti prendere dal panico? Ecco, l’altro giorno ho litigato con i miei genitori. Non riesco mai a fargli capire cosa mi piacerebbe fare. Io vorrei continuare a studiare musica ma loro non sono ovviamente d’accordo, hanno altri progetti per me.

 

Un’università importante, magari in un’altra città o all’estero, mentre io invece mi immagino sul palco di un teatro piccolo e pieno di gente che mi ascolta suonare il piano. Poi magari nel tempo libero potrei insegnare, c’è a chi piace l’idea di insegnare, sai?. Insomma, me ne stavo assorta nei miei pensieri quando ho incontrato il prof di filosofia e abbiamo iniziato a parlare.

 

 

Ho sbrodolato un fiume di parole e sembravo a tratti un po’ matta. Un attimo prima ridevo, alzavo la voce e poi ho iniziato a piangere. Lui mi ha parlato a lungo ed è stato rassicurante, dice che non devo smettere di seguire le mie passioni e di continuare fermamente per la mia strada…

è ovvio che non conosce i miei genitori. Siccome durante quella che è sembrata una seduta di psicoterapia gli ho dato un po’ del lei e poi sono passata al tu, a un certo punto mi sembrava di parlare con un amico. C’è stato un abbraccio fraterno e gli ho dato un bacio per ringraziarlo di avermi consolata.

 

Niente di più. Ammetto che lui sia estremamente carino e forse siamo in sintonia nonostante la differenza di età, però non c’è stato niente e non voglio illudermi che ci sarà qualcosa. Lo sai che nonostante il mio estro da musicista ho i piedi per terra. Puoi immaginare come i miei abbiano preso bene lo “scandalo” esploso su Facebook.

 

 

Ho rischiato la clausura, mi hanno sequestrato computer e telefono. Non parliamo di quello che è successo per uno stupido bacio figuriamoci cosa succederebbe se qualcuno venisse a sapere che tra di noi potenzialmente potrebbe esserci qualcosa…ho parlato di nuovo a raffica come una matta vero?!>> Martina si è fermata un istante, ci siamo guardate e siamo scoppiate a ridere.

 

<<Si, devo dire che l’immagine di un fiume di parole rende decisamente l’idea!>> le ho risposto aggiungendo <<quello che non capisco e perché ieri sei scappata e non sei venuta da me>>.

<<Giuli, mi conosci. Io non sono amante di Facebook e non mi piace stare al centro dell’attenzione, a meno che tra me e le persone non ci sia un pianoforte di distanza. Ho avuto paura. Paura di affrontare i miei genitori, paura delle critiche dei nostri compagni di classe, di quello che i professori potessero pensare di me. Non ho mai temuto il giudizio degli altri, tu questo lo sai. Però a volte i ragazzi della nostra età sanno essere così spietati. È come se aspettassero il tuo passo falso per deriderti pubblicamente e colpirti nel tuo punto debole.

 

 

Non volevo che si parlasse di me. Non volevo che trasformassero un momento così personale e innocente in qualcosa di diverso. E mi sono sentita diversa. Diversa dalla cattiveria, diversa dal coraggio, diversa dal modo di pensare, dal modo di desiderare, di sentire, di vestire, di parlare rispetto a tutte le persone che hanno commentato quella foto. Per un attimo avrei voluto sparire>>.

 

<<Lo capisco e penso che, per rispetto alle persone che hanno lottato per estendere il diritto di opinione e di parola, su Facebook, a qualcuno dovremmo togliere libertà di espressione in generale. Mi spiace davvero tanto Marti, ma non sparire mai più. Non sarai mai sola e poi essere diversi ha i suoi vantaggi>>.

<<Ad esempio?>> risponde Martina.

<<Ad esempio essere diversi vuol spesso dire essere più intelligenti e io in questo momento posso dimostrarti che ho ragione. So chi ti ha fatto questo scherzo idiota e so come fargliela pagare>>.

<<Vuoi togliere la libertà di parola e tornare alla legge del taglione?! Mi sembra un’ottima idea…se vivessimo nel Medioevo!>> replica Martina sospirando.

<<Ti fidi di me o no?>>

<<Se dico di no, cambia qualcosa?>> risponde rassegnata Martina.

<<Ovviamente no>> le rispondo io mentre pago le calze che ha scelto Martina, la obbligo ad alzarsi e la trascino fuori dal negozio.

<<Vuoi spiegarmi dove stiamo andando?>>

<<Marti, la cosa che mi stupisce di più di te è che non mi hai ancora chiesto di chi voglio vendicarmi. Ma come puoi non essere arrabbiata, che dico arrabbiata, furiosa???>>

<<Non te l’ho chiesto perché temo di saperlo>>.

<<Tu lo sai? E sei così calma? Magari la aiutiamo anche a preparare il suo stupido spettacolo?>>

<<Sappiamo tutti che bassezze del genere sono il suo forte. La verità è che Ludovica non ha una vita abbastanza interessante e deve trovare il modo di passare il tempo. Probabilmente si annoia così tanto che fare male agli altri è l’unico modo per attirare l’attenzione su di sé>>.

<<Certo che l’influenza del prof di filosofia ti rende molto “filosofica”>>.

<<Quanto sei scema Giuli>> scoppiamo a ridere e inizio a camminare con passo deciso tanto che Martina abbozza una corsa per starmi dietro, così le dico <<vedi che essere sempre in ritardo mi tiene in allenamento, forza muoviti. Adesso mando un messaggio così non perdiamo tempo>>.

<<Perdiamo tempo per cosa? Cosa vuoi fare? Sono quasi preoccupata>>.

<<Pensa a camminare e stai tranquilla, quello che ho in mente ti piacerà molto>>.

<<Visto che vuoi farmi morire di curiosità, mentre corriamo a questo incontro misterioso, vuoi almeno raccontarmi qualcosa di un certo Pier? Non so, ad esempio, parlarmi di questo colpo di fulmine e di quello che è successo ieri>>

Mi fermo di colpo, mi giro, guardo Martina fissa negli occhi con sguardo serio e canto <<che cosa c’è, c’è che mi sono innamorata di teeee>>

<<Non sei scema, sei del tutto scema>> dice Martina ridendo e superandomi di qualche passo.

<<Va bene, sarò seria. Ieri è stata una giornata strana. Ero preoccupata per te e poi ad un tratto è arrivato lui. Bello, gentile, sorridente e pronto a consolarmi e ad aiutarmi. Insomma un principe azzurro.

LA SECONDA PARTE DEL CAPITOLO VERRA' PUBBLICATA TRA DUE SETTIMANE.

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